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Notizie
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Marche: il PD nei guai, questa volta con Ricci |
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Scritto da Luigi Cangiano
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Giovedì 24 Luglio 2025 05:30 |
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Negli ultimi giorni, la politica marchigiana è stata scossa da un’inchiesta giudiziaria che coinvolge Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico ed ex sindaco di Pesaro. Ricci è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso in corruzione nell’ambito dell’indagine denominata Affidopoli, che ruota attorno a una presunta rete di affidamenti diretti senza gara pubblica a due associazioni culturali locali.
Secondo la Procura di Pesaro, tra il 2019 e il 2024 sarebbero stati assegnati circa 600mila euro di fondi pubblici a queste associazioni per attività culturali e artistiche, spesso con causali poco chiare o addirittura false. In un caso emblematico, 20mila euro destinati alla “manutenzione idrica” sarebbero stati utilizzati per realizzare un murale dedicato a Liliana Segre. Ricci non avrebbe ricevuto denaro, ma avrebbe favorito il sistema per ottenere consenso politico, secondo gli inquirenti.
L’inchiesta coinvolge anche altri esponenti locali, tra cui ex consiglieri comunali e presidenti di associazioni, accusati di aver beneficiato personalmente degli affidamenti. Il quadro che emerge è quello di una gestione opaca delle risorse pubbliche, dove la cultura diventa strumento di propaganda e consenso, anziché veicolo di crescita collettiva.
Ricci ha respinto le accuse, dichiarandosi estraneo ai fatti e sostenendo di non aver mai avuto rapporti diretti con le associazioni coinvolte. Tuttavia, la questione non è solo giudiziaria, ma profondamente politica e morale. In un momento in cui la fiducia dei cittadini nelle istituzioni è fragile, episodi come questo rischiano di minare ulteriormente la credibilità della classe dirigente.
La lotta alla corruzione non può limitarsi alle aule dei tribunali. Serve un impegno concreto per garantire trasparenza, legalità e responsabilità nella gestione della cosa pubblica. E serve, soprattutto, una politica che torni a essere servizio, non strumento di potere. |
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Ultimo aggiornamento Giovedì 24 Luglio 2025 05:30 |
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Milano, città del silenzio: chi vuole seppellire la verità sulla corruzione urbanistica? |
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Scritto da Luigi Cangiano
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Martedì 22 Luglio 2025 06:29 |
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Milano, capitale economica d’Italia, si ritrova oggi al centro di una delle più gravi inchieste giudiziarie degli ultimi anni. 74 indagati, 6 richieste di arresto, oltre 400 pagine di ordinanza che parlano chiaro: corruzione sistemica, falsi, favoritismi, conflitti d’interesse. Eppure, mentre la Procura scava, la politica e i media sembrano già pronti a chiudere il sipario.
Un sistema marcio fino al midollo. L’inchiesta ha svelato un “vorticoso circuito di corruzione” che ha trasformato l’urbanistica milanese in una macchina per arricchire pochi a danno di molti. Assessori, architetti, imprenditori: tutti coinvolti in un balletto di mazzette travestite da consulenze, pareri pilotati, progetti approvati in cambio di favori.
E il sindaco Giuseppe Sala? Indagato per false dichiarazioni e induzione indebita, ha scoperto di essere sotto inchiesta dai giornali. Ma invece di dimettersi, incassa il sostegno del PD e si prepara a “ripartire”. Ripartire da cosa? Dalla negazione della realtà?
Il cemento copre tutto, anche la verità. Dietro le quinte, si muove una regia occulta: progetti strategici redatti in studi privati, poi patrocinati gratuitamente dal Comune. Un piano “ombra” che tocca nove aree metropolitane, gestito da personaggi come Marinoni e Tancredi, in sintonia con Sala. Tutto documentato, tutto denunciato. Eppure, nessuno vuole parlarne davvero.
Il sospetto: si vuole insabbiare. Le richieste di arresto non sono ancora eseguite. Si attende l’interrogatorio preventivo del 23 luglio. Ma intanto, la macchina del consenso si è già messa in moto: comunicati rassicuranti, appelli alla calma, promesse di trasparenza. Un copione già visto, dove la giustizia viene rallentata, diluita, dimenticata.
Chi ha interesse a seppellire questa inchiesta? Chi teme che la verità possa travolgere un intero sistema di potere? Le domande sono tante, le risposte poche. E il rischio è che, come spesso accade in Italia, la montagna partorisca un topolino.
Milano merita di meglio. Questa non è solo una questione giudiziaria. È una questione morale. Milano non può essere governata da chi piega le regole al profitto, da chi tratta il territorio come merce da saccheggiare. I cittadini meritano risposte, non silenzi. Meritano giustizia, non insabbiamenti. |
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Cultura sotto assedio: il caso Gergiev e l’intolleranza dell’Occidente |
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Scritto da Luigi Cangiano
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Martedì 22 Luglio 2025 06:13 |
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Cultura sotto assedio: il caso Gergiev e l’intolleranza dell’Occidente
Di fronte alla cancellazione del concerto di Valery Gergiev alla Reggia di Caserta, l’Occidente mostra un volto inquietante: quello di un mondo che, in nome della moralità politica, rischia di censurare l’arte e di alimentare una nuova forma di discriminazione culturale.
L’artista e l’uomo: due dimensioni da distinguere
Valery Gergiev è uno dei più grandi direttori d’orchestra viventi. La sua carriera ha attraversato decenni, teatri prestigiosi e collaborazioni con le più importanti istituzioni musicali del mondo. Ridurre la sua figura a un’etichetta politica significa ignorare il valore universale della musica, che da sempre supera confini, ideologie e conflitti.
La cultura russa come bersaglio
Negli ultimi anni, la cultura russa è stata spesso trattata come un’estensione del potere politico di Mosca. Artisti, scrittori e musicisti sono stati esclusi da festival, boicottati o costretti a dichiarazioni pubbliche per “ripulire” la propria immagine. Questo clima ricorda tristemente epoche in cui si bruciavano libri e si vietavano sinfonie per motivi ideologici.
L’Occidente e il paradosso della tolleranza
L’Occidente si vanta di essere il baluardo della libertà di espressione, ma la cancellazione del concerto di Gergiev dimostra una crescente incapacità di distinguere tra dissenso politico e espressione artistica. In nome della solidarietà, si rischia di scivolare in una forma di intolleranza selettiva, dove alcune culture vengono silenziate per motivi geopolitici.
L’arte come ponte, non come arma
La musica non è propaganda. È dialogo, emozione, memoria. Censurare un artista per la sua nazionalità o per presunte affiliazioni politiche significa rinunciare al potere dell’arte di unire ciò che la politica divide. Invece di costruire ponti, si alzano muri. |
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Ultimo aggiornamento Martedì 22 Luglio 2025 06:14 |
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La "Russiafobia" sta facendo diventare l'Occidente razzista e ridicolo |
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Scritto da Luigi Cangiano
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Lunedì 21 Luglio 2025 12:04 |
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Negli ultimi anni, il termine russofobia è diventato sempre più frequente nel dibattito internazionale. Si tratta di una tendenza culturale, politica e mediatica che porta alcuni segmenti dell’Occidente a demonizzare la Russia in maniera sistematica, spesso andando oltre critiche fondate e sconfinando in pregiudizi.
Le tensioni tra Russia e paesi occidentali non sono nuove, ma ciò che sorprende è la crescente inclinazione di alcuni governi e media a trattare qualsiasi iniziativa russa come una minaccia. Questa visione manichea del mondo—Russia cattiva, Occidente buono—sembra ignorare sfumature storiche, culturali e diplomatiche importanti. Alcuni analisti sostengono che demonizzare un intero paese per scopi politici sia una strategia miope, che ostacola il dialogo e fomenta ulteriori divisioni.
Molti media occidentali sono accusati di adottare narrazioni sensazionalistiche, accentuando negativamente ogni mossa russa. Frasi come “influenza maligna” o “minaccia ibrida” vengono ripetute quasi come slogan, rendendo difficile distinguere analisi obiettive da propaganda. Questo approccio alimenta percezioni distorte che portano le persone comuni ad adottare atteggiamenti russofobi, anche senza una comprensione reale dei fatti.
Alcuni osservatori ritengono che l’Occidente agisca in modo contraddittorio: da un lato promuove valori come il pluralismo e la tolleranza, dall’altro alimenta atteggiamenti ostili verso la Russia. Il pregiudizio sistemico può essere visto come un ostacolo alla pace e alla cooperazione globale, specie in contesti come il cambiamento climatico, la sicurezza informatica o lo spazio.
È essenziale distinguere tra critiche legittime alle politiche di uno Stato e una generalizzazione che coinvolge cultura, popolazione e storia. Adottare un pensiero critico significa valutare le fonti d’informazione con rigore, riconoscere la complessità della geopolitica, e promuovere il dialogo come alternativa al sospetto.
L'Occidente sta diventando razzista e ridocolo nei confronti delle fantomatiche minacce che la Russia starebbe muovendo nei suoi confronti. |
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Corruzione a Milano: finora è emersa sola una briciola della punta dell'iceberg |
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Scritto da Luigi Cangiano
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Sabato 19 Luglio 2025 07:01 |
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COMUNICATO STAMPA — Movimento Stop Camorra Milano, 19 Luglio 2025
"La corruzione non è solo una macchia, è un cancro: serve una risposta immediata e radicale"
Il Movimento Stop Camorra esprime la propria ferma condanna di fronte agli ultimi sviluppi emersi sul caso di corruzione che coinvolge esponenti istituzionali e imprenditoriali a Milano. Ancora una volta, assistiamo al degrado etico di chi dovrebbe servire i cittadini, e invece agisce per interessi personali e criminali.
Milano, città simbolo dell’innovazione e della crescita, non può essere ostaggio di meccanismi illeciti che tradiscono la fiducia pubblica. Questi episodi mostrano come la criminalità organizzata continui a contaminare il tessuto istituzionale sotto mentite spoglie, alimentando un sistema che arricchisce pochi e penalizza molti.
Il Movimento Stop Camorra chiede:
L’immediata sospensione e allontanamento da incarichi pubblici degli individui coinvolti
Maggiore trasparenza negli appalti e nei flussi finanziari pubblici
Il rafforzamento degli strumenti di vigilanza e controllo antimafia
Il Movimento invita tutti i cittadini e le realtà civiche a unirsi in una mobilitazione nazionale contro la corruzione, per riaffermare i valori di legalità e giustizia. Non resteremo in silenzio. Da Nord a Sud, l’Italia merita istituzioni pulite e uomini e donne che servano con dignità.
La lotta alla corruzione è la lotta per la libertà di tutti.
LUIGI CANGIANO
PRESIDENTE STOP CAMORRA
GIA' CANDIDATO CAMERA DEI DEPUTATI
"LISTA DI PIETRO" |
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