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Il "non fiction novel" ovvero la "raffinatezza" del copia e incolla Savianeo PDF Stampa E-mail
Scritto da Luigi Cangiano   
Sabato 26 Settembre 2015 03:34

http://www.thedailybeast.com/articles/2015/09/24/mafia-author-roberto-saviano-s-plagiarism-problem.html (leggete questo articolo scritto da Michael Moynihan)

 

Il collega giornalista americano Michael Moynihan del "The Daily Beast", dopo anni che lo scrivo, ha finalmente smascherato parola per parola e fatto venir fuori a livello internazionale tutte le scopiazzature che lo scrittore Roberto Saviano pone in essere ogni volta che scrive qualcosa o per meglio dire  che con il suo metodo “non fiction novel” apologizzato su La Repubblica, copia e incolla qualcosa, aggiungendo qualche congiunzione e qualche virgola al punto giusto.

Al collega americano è stato anche da me inoltrato un invito via twitter (subito da egli accettato) a leggere tutto quanto da anni scrivo su Roberto Saviano e su alcune sue amicizie ed "eroeanze" raccontate e raccomandate in Gomorra ma assai poco raccomandabili visto e considerato che persino la DDA indaga su di esse.

Che Saviano sia ripetitivo, vecchio nelle cose che dice dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti ma, purtroppo, un'intellighenzia sempre meno tale, sempre meno colta, non trova meglio da fare che impietosirsi davanti alla storia di Roberto Saviano, starlo a sentire e dargli tristemente ragione acriticamente anche quando gli errori metodologici dello scrittore sono abnormi.

Saviano in realtà non dice sempre cose sbagliate, ma dice certamente cose già dette e ridette, scritte e riscritte, da migliaia di cronisti, centinaia di giornalisti, decine di scrittori, che hanno subito tutti almeno una volta nella vita qualche minaccia dalla camorra, magari anche più diretta del mero bossolo di pistola in busta chiusa fatto recapitare a casa di Saviano e che dal 2006 gli consente di vivere sotto scorta, a dispetto di colleghi che hanno subito minacce molto più rilevanti eppure continuano a vivere come se nulla fosse con la possibilità non recondita di fare veramente la fine del grande ed unico Cronista, con la C maiuscola, Giancarlo Siani che Saviano farebbe sempre bene a non nominare invano, visto che per lui i cronisti valgono meno di zero.

Saviano vistosi smascherato parola per parola ha detto che il suo è un nuovo metodo di scrittura la "non fiction novel" e vabbé lo credo, anzi cerco di spiegarvi ancora meglio questo metodo. Già in Gomorra il metodo è stato largamente usato e non mi riferisco allo 0,6% del libro tratto da quelli che lui definisce i giornali della "camorra", ma alle decine e decine di pagine scopiazzate dalla sentenza di primo grado del processo Spartacus il cui estensore fu il giudice Raffaele Magi. Quando dico scopiazzata voglio dire che Saviano ha proceduto a scrivere la sua "non fiction novel" in questo modo: usando il mouse seleziona la parte da lui ritenuta interessante, poi preme il tasto destro e sceglie dal menù a tendina la funzione copia, poi va in word ripreme il tasto destro del mouse e seleziona sempre dal menù a tendina la funzione incolla, dopodiché mette insieme tutti i pezzi così copiati con qualche congiunzione, qualche virgola, qualche punto e virgola, qualche punto ed il gioco è fatto.

Saviano lo chiama "non fiction novel" io lo chiamerei più propriamente copia e incolla con saccheggio spudorato del lavoro intellettuale altrui, è un reato e si chiama plagio.

Contro uno di quei giornali locali che Saviano dice essere della "camorra" chi qui scrive una volta fece condannare proprio per questo reato il direttore responsabile Gigi Casciello, che in veste di direttore fu chiamato a rispondere del reato commesso sicuramente da qualcuno nella sua redazione, si beccò la condanna ed il risarcimento della costituita parte civile. In quel caso di trattava del copia e incolla di un mio articolo sulla storia della camorra nell'agro-aversano dal 1500 che venne letteralmente ripubblicato a nome di altro autore (Gianmario Mariniello) su "Il Roma-Cronache di Caserta".

Adesso mi chiedo se il povero Gigi Casciello si è beccato una condanna penale per un articolo di circa una pagina A4, Roberto Saviano, se tutti coloro che si sono visti da lui saccheggiati il loro lavoro intellettuale lo denunciassero, quante condanne penali potrebbe beccarsi e quanti danni dovrebbe pagare?

Lo capisco, mettere le note a pié di pagina appesantisce sia il lavoro di scrittura e sia successivamente la lettura, ma almeno al termine di ogni suo libro Saviano potrebbe semplicemente scrivere si ringraziano tutti i giornalisti, gli scrittori, i giudici dei quali ho utilizzato parte del loro lavoro intellettuale e magari elargire agli stessi parte dei suoi lautissimi introiti. Facciamo, un esempio, Saviano dice che dai "giornalacci della camorra" ha copiato solo lo 0,6% di Gomorra. Poniamo che Gomorra fra copie vendute, diritti cinematografici e televisivi abbiamo partato nelle tasche di Saviano 10 milioni di euro, allora i "giornalacci" dovrebbero avere lo 0,6% di 10 milioni, ossia, 60000 euro. E' assurdo vero? Si, ma magari è ancora più assurdo fingere di scrivere un romanzo mentre in realtà si sta facendo un composit di lavori fatti da altri, sarebbe più giusto che Saviano non si attribuisse pienamente la paternità dei suoi lavori e anzi scrivesse "libro a cura di" Roberto Saviano visto che il suo "non fiction novel" è in realtà quella che in gergo universitario si dice una tesi compositiva, le meno apprezzate tra l'altro in ambito universitario perché non portano nulla di innovativo, e che lui fa senza utilizzare neppure il metodo scientifico della citazione delle fonti.

Saviano addirittura dopo averle scopiazzate critica le fonti e questo sinceramente è veramente troppo. Tutti i colleghi che sono stati copiati dovrebbero denunciarlo penalmente per plagio le condanne arrivebbero prima o poi, denunciarlo in sede civile non serve, si magari otterrete un piccolo ristoro economico, ma la verità, ossia, che Roberto Saviano vi ha copiato, vi ha rubato un'idea non verrebbe mai fuori e la paternità di un'idea vale più di 1000/10000 o 100000 euro.

Questo piccolo lavoro è stato scritto senza copiare una sola parola scritta da altro collega giornalista o scrittore. Ringrazio comunque il fenicio che circa 3000 anni fa ha inventato la scrittura alfabetica posta a fondamento di ciò che ancora oggi utilizziamo.

Roberto Saviano copia/incolla e non ringrazia mai nessuno, anzi disprezza pure gli altri dopo averli derubati del proprio pensiero.

Numerose altre succose informazioni su Roberto Saviano le trovate su www.stopcamorra.it

 

 

Ultimo aggiornamento Sabato 26 Settembre 2015 09:33
 
Saviano è avulso dalla realtà. Basta farci lezioni. PDF Stampa E-mail
Scritto da Luigi Cangiano   
Mercoledì 16 Settembre 2015 04:36

Perché noi giornalisti sul campo non dobbiamo continuare a farci dare lezioni da Roberto Saviano.

Saviano per sua stessa ammissione è una persona sotto scorta da quasi dieci anni oramai.

Non vogliamo polemizzare sul fatto che tra l’altro questa scorta gli fu data con il parere negativo di diversi rilevanti esponenti della Polizia, ossia, per tali soggetti Saviano non andava dotato di scorta perché non erano reali e/o rilevanti le minacce ne suoi confronti (ricordiamo che il tutto nacque da una semplice lettera anonima con un bossolo all’interno, minaccia di livello 0 per chi fa il giornalista di camorra, chi non l’ha mai ricevuta vuol dire che non fa questo lavoro!)

Resta il fatto che la scorta ce l’ha e se la tiene ben stretta essendo diventata un suo status symbol vittimistico che sfrutta a piene mani, perché sempre secondo lui questo lo limita nei movimenti e non gli permette di osservare la vita reale.

Quindi Saviano è estraneo alla vita reale da quasi dieci anni eppure continua a dar lezione a tutti i giornalisti che, invece, tutti giorni e sul campo rischiano veramente la vita o almeno di essere seriamente malmenati.

A dire la verità Saviano era estraneo alla vita reale anche quando la scorta non l’aveva, così estraneo che per lui un soggetto come Lorenzo Diana è un eroe, mentre per la DDA è un indagato di 416 bis, che per lui i setaioli di Caserta sono dei grandi imprenditori da prendere ad esempio mentre per i magistrati sono dei bancarottieri da perseguire penalmente. Così estraneo alla vita reale che con Gomorra ha ricevuto diverse accuse di plagio (ossia Saviano copiava di sana pianta diversi articoli scritti da altri senza neppure avere la briga di citare la fonte), alcune zittite dalla Mondadori con accordi economici, altre giunte fino a sentenza definitiva, così estraneo alla realtà dei fatti che è stato condannato anche a grossi risarcimenti per diffamazione per aver scritto palesamente il falso in alcuni suoi articoli e libri.

Noi giornalisti sul campo dobbiamo quindi smetterla di prendere lezioni da questo fortunatissimo scrittore e non dobbiamo più permettergli di darcene. Saviano oramai quando parla di camorra è avulso dalla realtà, ci racconta le sue folkloristiche creazioni skyiane seriali, non racconta la realtà. Deve decidersi Saviano o fa le fiction per Sky o viene in Campania in mezzo alla gente a vedere la realtà con i suoi occhi ed a scrivere cose serie. Fare il giornalista anticamorra è una cosa seria, non si fa sorseggiando champagne e mangiando caviale a Parigi, a Londra o a New York e poi scrivendo la solita cantilena conosciuta a memoria anche dai bambini delle elementari.

Stiamo attenti ai danni che Saviano e Sky stanno facendo a Napoli e non ci riferiamo solo all’immagine di Napoli ma alla subcultura criminale di questa città, che sta tornando ad essere come alla fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 più feroce e spietata.

Di ciò le conseguenze non le paga Saviano e non le paga neppure Sky, che anzi si ingrassano sul sangue di Napoli.

Le conseguenze le paghiamo noi: che qui viviamo, che qui scriviamo, che qui lottiamo!

 
Mai patti con il PD. M5S fuori dalle istituzioni corrotte! PDF Stampa E-mail
Scritto da Luigi Cangiano   
Venerdì 05 Dicembre 2014 05:10

 

Partitocrazia corrotta e corruttrice ecco perché bisogna uscire dalle Istituzioni

E’ necessaria una rivoluzione ghandiana per distruggere il marciume

 

L’Expo di Milano, il Mose di Venezia, il letamaio umano che si nasconde dietro le discariche campane e per ultima, solo in termini temporali, Roma ladrona remix 2014, sto ricordando solo quattro enormi ruberie create dalla classe imprenditoriale/criminale/politica italiana e, purtroppo, esse sono solo la punta dell’iceberg. In Italia è tutto corrotto o comunque corruttibile, è ogni brandello di dignità vendibile al miglior offerente e chi tenta di resistere alla corruzione viene fatto fuori con le buone (con denunce per diffamazione e richieste di risarcimento) o se servisse con le cattive (con un colpo di pistola in testa o con autobomba).

A differenza di Roberto Saviano, chi scrive oggi, scrive da circa venti anni di questo stato comatoso della vita pubblica e privata italiana, dell’intreccio indissolubile fra affari leciti ed illeciti e politica, di uomini della politica pescati qua e la nei più purulenti meandri della società italiana e posti ai vertici di importanti snodi di potere, gentaglia che si sente autorizzata a fare di tutto o meglio che è stata messa in quei posti di comando proprio per fare ogni qualsiasi losco traffico possibile, immaginabile ed anche inimmaginabile per le persone oneste.

Chi ancora pensa, come certi esponenti del M5S, che il sistema sia sanabile senza uno scossone decisivo, purtroppo, si sbaglia e lo fa di grosso. Chi addirittura pretende di concordare con parte di questo letamaio la scelta di cariche istituzionali di vertice si sta rendendo complice di questo sistema partitocratico di corruzione. Spero vivamente che queste posizioni siano dettate unicamente dalla buona fede, ma debbo dirvelo con estrema onestà non ne sono convinto. Troppo blande sono le reazioni di numerosi parlamentari del M5S a questo sistema, che è alla luce del sole da decenni, molto prima che lo stesso movimento muovesse persino i primi passi, non vorrei che anche nel nostro movimento il marcio stia già attecchendo.

Io scrivo dalla provincia di Caserta, dalla terra dei fuochi, dalla terra che ospita il famigerato clan dei casalesi e denuncio da circa due decenni che in questa provincia fare politica in modo onesto è impossibile. Non c’è nessuno che tuteli, chi voglia fare veramente politica, la stessa magistratura, tanto osannata dal cantore Saviano (forse perché almeno un paio di capitoli di Gomorra sono la scopiazzatura di inchieste della procura o di sentenze del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere), non muove seriamente ed incisivamente un dito contro la politica e l’intreccio indissolubile con i clan e con l’imprenditoria da loro direttamente rappresentata.

Tutto è criminale in questa terra eppure si vuol dare a bere ai cittadini che arrestando Iovine, Zagaria, Schiavone, Bidognetti, Setola e qualche altro sfigato di questa stessa risma si sia debellato il male: NON E’ COSI’.

In questa terra, così come sta venendo fuori anche a Roma, anche le cosiddette imprese sociali e le associazioni che dovrebbero, a chiacchiere, combattere la camorra, scendono con essa a patti, intascano sovvenzioni a volte persino alla luce del sole, ma nessuno muove un dito, nessuno vuole neppure sentirne parlare, forse perché troppe volte persino magistrati, direttamente e/o indirettamente, fanno parte di queste associazioni, che dietro alla facciata di nobiltà nascondono connivenze indicibili, rapporti imprenditoriali squallidi, gestioni parassitarie ed incontrollate dei beni confiscati alla camorra e di tutti i lautissimi annessi e connessi che servono per foraggiare le campagne elettorali di esponenti politici che sono quasi sempre tutti sempre e solo di un partito: il PD.

Questa storia nessuno ve la racconta, probabilmente perché è grazie proprio a questo sistema che da questa terra, una raccolta di scritti già editi online con uno scarsissimo seguito all’improvviso divenne un best seller di cui tutti parlavano e discutevano senza neppure comprendere il pulpito dal quale partiva la predica. Questo pulpito oggi, si è tolto la maschera e si è persino accasato con una parlamentare PD, che si trova in parlamento solo perché ha uno zio che ha fatto fare grandi affari a delle imprese costruttrici per la costruzione di un grandissimo centro commerciale in un paesello di campagna con poche migliaia di abitanti.

In questa terra il sindaco di Villa Literno, poi primo eletto del PD alle regionali è stato arrestato per camorra, eppure, nel suo paese, da sindaco organizzava convegni contro la criminalità e si sedeva allo stesso tavolo di Don Luigi Ciotti, padre fondatore di Libera, la “congrega” di associazioni che ha letteralmente monopolizzato la ricchissima gestione dei beni confiscati in tutta Italia (parliamo di centinaia di milioni di euro di beni e non certo di noccioline), mai nei TG nazionali ho sentito parlare di questo, mi chiedo il perché anche se la risposta la conosco, purtroppo, sulla mia pelle da anni e sono certo che resterà una piaga che non guarirà mai.

Il PD e tutto l’altro lerciume partitocratico italiano lo dobbiamo distruggere politicamente, non possiamo scendere mai più a patti con esso!

 

Ultimo aggiornamento Venerdì 05 Dicembre 2014 05:14
 
Davide Bifolco ucciso da Saviano & Sky PDF Stampa E-mail
Scritto da Luigi Cangiano   
Venerdì 05 Settembre 2014 17:16

 

Davide Bifolco ucciso dalla macchina della merda di Saviano & Sky

Se a Napoli un ragazzo di 16 anni viene ucciso così dalle forze dell’ordine è anche colpa di Gomorra

Io sono di Napoli, ovvero, sono del suo hinterland, ed essere dei suoi dintorni è la stessa cosa, almeno per me.

Io sono stufo che la mia città, ovvero, la mia vera Capitale, sia trattata in modo becero, crudele e senza scrupoli anche da chi dovrebbe difenderla.

Io sono stufo che la Capitale di una vera Nazione: quella napoletana, continui ad essere trattata come o forse anche peggio di una città del Quarto Mondo.

Io sono stufo che Napoli sia dipinta da gente come Saviano e affaristi senza scrupoli come quelli di Sky, come una città senza legge, dove anche le forze dell’ordine che dovrebbero garantire i cittadini, riescono a volte a fare danni e rozzezze pari anzi peggiori a quelle poste in essere dai terroristi dello Stato Islamico dell’ISIS.

Sparare ad un ragazzino di sedici anni incensurato solo perché sta facendo un giro con due suoi coetanei su di un motorino senza casco e senza assicurazione è molto ma molto peggio che giustiziare con la decapitazione dei giornalisti freelance accusati di spionaggio.

La violenza genera violenza! Anche la violenza fiction del libro Gomorra del tanto decantato Roberto Saviano con i suoi sequel cinematografici ed ora televisivi stanno generando sempre più violenza in questa terra.

Napoli non è il Far West, Napoli non è neppure l’Australia, terra di provenienza del magnate Rupert Murdoch, proprietario di Sky, nazione fondata dai galeotti e dalle prostitute esportate in quella terra infausta dagli inglesi.

Napoli ha storia, civiltà, filosofia da riempire tutto il Mondo, lo ha dimostrato nei secoli scorsi e lo dimostra ancora oggi.

Napoli non è solo camorra e chi continua a ricamarla così unicamente per rendere sempre più stipati di quattrini i suoi già immeritati conti in banca è un verme senza scrupoli, pronto a generare violenza ed a gettare merda (più che fango) sulla terra che lo ha plasmato e lo ha fatto diventare uomo. Più che macchina del fango, infatti, Saviano, Gomorra e Sky sono una macchina di feci putride che inondano tutti i giorni le menti dei più deboli di questa città.

Oggi piangiamo Davide Bifolco, ucciso sul colpo da un proiettile giuntogli alle spalle e che gli ha trapassato il cuore esploso da un rappresentante dello Stato che probabilmente pensava di essere su uno degli squallidi set di Sky.

 

Ultimo aggiornamento Sabato 06 Settembre 2014 16:31
 
Messi non è neppure la controfigura di Maradona. Saviano per favore non parlare di calcio! PDF Stampa E-mail
Scritto da Luigi Cangiano   
Lunedì 14 Luglio 2014 09:28

Che Messi non potesse in alcun modo essere paragonato a Diego Armando Maradona  era, è e sarà per sempre una certezza incrollabile. Non così per Roberto Saviano, che una volta in un suo pressocché inutile monologo "calcistico" si permise di paragonare il campione Messi al "Dio" del calcio Diego Armando Maradona.

Parliamoci chiaro è solo questo l'ordine di grandezza, secondo il quale, questi due calciatori possono e potranno per sempre essere accostati.

Messi, per carità, è un campione. Ha sicuramente vinto, a livello di club, più di Maradona, ma avremmo voluto vederlo essere capace di vincere titoli e coppe con compagni di squadra come Puzone e giù di lì, che attorniavano Maradona. Sta in questo la grandezza del divino Maradona, uno, che veramente è riuscito a vincere da solo grandi cose. Il San Gennaro che è riuscito a fare arrivare due scudetti a Napoli, dove tutti avevano fallito, anche con collettivi di maggior pregio. La sfortuna di Diego, dal punto di vista delle vittorie di club è di aver giocato in una squadra come il Napoli, non avvezza alle gare internazionali, eppure Diego riuscì a fare arrivare a Napoli anche una coppa Uefa. Poi, ciliegina sulla torta Maradona ha fatto nei mondiali dell'86, del '90 e persino del '94, cose che Messi non sarebbe in alcun modo capace di fare.

Messi è spento! Grandi gesti atletici riesce a farli solo con squadrette, mentre quando si trova di fronte avversari di pregio, troppo spesso finisce per isolarsi e per non avere spunti degni di nota.

Accostare Messi al divino Diego Armando Maradona è pura blasfemia, è bestemmia e questa bestemmia la commise tempo fa Roberto Saviano durante un suo quanto mai inutile monologo televiso, ed è ancora più grave perché commessa da un campano e da un personaggio che dice di tifare Napoli, ma che così facendo  ha remato contro al Napoli (squadra di calcio) così come continua da tempo a remare contro tutta Napoli (città) con una serie televisiva in onda su Sky, sequel di Gomorra (libro e film) che getta solo ulteriore fango su tutta la città, al solo fine di vedere sempre più rimpinguati i suoi conti in banca!

Sempre forza Diego, sempre forza Napoli!

 

Ultimo aggiornamento Lunedì 14 Luglio 2014 10:08
 
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