Sei persone, ritenute affiliate al clan camorristico dei Prinno, accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso e, a vario titolo, di rapina aggravata e di violazione alla Legge sulle armi, sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli emessa dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
Nel corso dell' operazione in rua Catalana, stradina del quartiere Porto dove il clan ha la propria base logistica, sono stati arrestati Ezio Prinno e la madre, Carmela Stefanoni. Dediti principalmente alle estorsioni in rua Catalana, i Prinno hanno poi esteso il proprio controllo anche nelle zone limitrofe. L' intera famiglia, padri, madri, figli, nipoti, partecipa all'organizzazione criminale.
Per i due arrestati le accuse sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, a tre degli indagati viene contestata anche una rapina aggravata ai danni di una banca a poca distanza da Rua Catalana, compiuta con la tecnica del buco. A cinque degli indagati è contestata la detenzione ed il porto illegale di armi da fuoco.
Le indagini dei carabinieri furono avviate nel marzo 2009 e documentano anche accordi dei Prinno con clan contigui. In conseguenza di una scissione Giuseppe Prinno, uno dei destinatari delle ordinanza di custodia, avrebbe stretto accordi con il gruppo criminale dei Ricci, referente del clan Sarno nella zona dei Quartieri Spagnoli. Il fratello, Vincenzo, avrebbe stretto alleanza con il clan Elia, egemone nella zona del Pallonetto di Santa Lucia, con i Mariano dei Quartieri Spagnoli e con il clan Lepre del Cavone.
|