Perché noi giornalisti sul campo non dobbiamo continuare a farci dare lezioni da Roberto Saviano.
Saviano per sua stessa ammissione è una persona sotto scorta da quasi dieci anni oramai.
Non vogliamo polemizzare sul fatto che tra l’altro questa scorta gli fu data con il parere negativo di diversi rilevanti esponenti della Polizia, ossia, per tali soggetti Saviano non andava dotato di scorta perché non erano reali e/o rilevanti le minacce ne suoi confronti (ricordiamo che il tutto nacque da una semplice lettera anonima con un bossolo all’interno, minaccia di livello 0 per chi fa il giornalista di camorra, chi non l’ha mai ricevuta vuol dire che non fa questo lavoro!)
Resta il fatto che la scorta ce l’ha e se la tiene ben stretta essendo diventata un suo status symbol vittimistico che sfrutta a piene mani, perché sempre secondo lui questo lo limita nei movimenti e non gli permette di osservare la vita reale.
Quindi Saviano è estraneo alla vita reale da quasi dieci anni eppure continua a dar lezione a tutti i giornalisti che, invece, tutti giorni e sul campo rischiano veramente la vita o almeno di essere seriamente malmenati.
A dire la verità Saviano era estraneo alla vita reale anche quando la scorta non l’aveva, così estraneo che per lui un soggetto come Lorenzo Diana è un eroe, mentre per la DDA è un indagato di 416 bis, che per lui i setaioli di Caserta sono dei grandi imprenditori da prendere ad esempio mentre per i magistrati sono dei bancarottieri da perseguire penalmente. Così estraneo alla vita reale che con Gomorra ha ricevuto diverse accuse di plagio (ossia Saviano copiava di sana pianta diversi articoli scritti da altri senza neppure avere la briga di citare la fonte), alcune zittite dalla Mondadori con accordi economici, altre giunte fino a sentenza definitiva, così estraneo alla realtà dei fatti che è stato condannato anche a grossi risarcimenti per diffamazione per aver scritto palesamente il falso in alcuni suoi articoli e libri.
Noi giornalisti sul campo dobbiamo quindi smetterla di prendere lezioni da questo fortunatissimo scrittore e non dobbiamo più permettergli di darcene. Saviano oramai quando parla di camorra è avulso dalla realtà, ci racconta le sue folkloristiche creazioni skyiane seriali, non racconta la realtà. Deve decidersi Saviano o fa le fiction per Sky o viene in Campania in mezzo alla gente a vedere la realtà con i suoi occhi ed a scrivere cose serie. Fare il giornalista anticamorra è una cosa seria, non si fa sorseggiando champagne e mangiando caviale a Parigi, a Londra o a New York e poi scrivendo la solita cantilena conosciuta a memoria anche dai bambini delle elementari.
Stiamo attenti ai danni che Saviano e Sky stanno facendo a Napoli e non ci riferiamo solo all’immagine di Napoli ma alla subcultura criminale di questa città, che sta tornando ad essere come alla fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 più feroce e spietata.
Di ciò le conseguenze non le paga Saviano e non le paga neppure Sky, che anzi si ingrassano sul sangue di Napoli.
Le conseguenze le paghiamo noi: che qui viviamo, che qui scriviamo, che qui lottiamo!
|