Saviano ora copia anche dei vgiornalisti albanesi. Ricordiamo a tutti che Roberto Saviano, tra l'altro non è neppure un giornalista (non è iscritto all'ordine dei giornalisti almeno da quanto ci risulta e quindi da tale punto di vista potrebbe profilarsi nei suoi confronti anche un esercizio abusivo della professione), ma unicamente un romanziere.
Già per Gomorra, Saviano e la Mondadori hanno subito numerose denunce per plagio editoriale, soprattutto, da parte di numerosi giornalisti campani. La Mondadori per tale ragioni ha dovuto più volte variere alcuni passi del best seller di Saviano.
Ora dopo i campani tocca ai giornalisti albanesi subire i "furti" dell''esimio romanziere Roberto Saviano, che come al solito non cita le fonti delle sue ispirazioni, o meglio dei suoi
copia e incolla.
Troppi pecoroni lo osannano senza sapere da dove provengono realmente gli scritti che lui si ostina a propinarci come suoi, ma che grazie a Dio sempre più spesso si riesce per fortuna a smascherare!
Riportiamo l'articolo apparso in internet al seguente link di Michele Altamura http://osservatorioitaliano.org/read.php?id=78902
Roma - Non si arresta la campagna di auto-celebrazione del giornalista italiano che, dopo essere stato proclamato paladino della lotta anti-mafia in Italia, si rivolge ai Balcani come terreno fertile per rilanciare la propria immagine di analista della criminalità organizzata. Proprio questa domenica Saviano rilascia una intervista per il quotidiano di Podgorica DAN affermando che "il Governo montenegrino nasconde Saric, che continua a gestire il traffico di droga, grazie alla protezione del Montenegro". Una dichiarazione questa che non viene argomentata né con fatti e né con documenti, rifacendosi semplicemente ad una constatazione personale dopo aver letto le cronache giornalistiche sui recenti eventi, relativi agli arresti nel quadro delle indagini sul traffico di cocaina. Saviano fa riferimento all'operazione 'Guerriero Balcanico' e alla dinamica delle ricerche di Darko Saric, senza fornire nessun elemento che non fosse stato diramato dalla stampa locale. Parla poi di interconnessioni tra le varie organizzazioni mafiose dei Balcani, spiegando che, in base ad una serie di studi ed indagini, è possibile prevedere che "la mafia serba diventerà la più forte nei Balcani" e che questa regione è diventata "parte della nuova Europa libera, in cui la mafia compra tutto quello che vuole".
Anche in questo caso non si può parlare di analisi contestualizzate, bensì di osservazioni per 'sentito dire' che - considerando la grande complessità della storia e degli eventi dei Balcani nonchè la grande disinformazione dei media occidentali su tematiche sensibili - sono già inadeguate e sorpassate. Per affrontare discorsi sui Balcani bisogna avere un ampio bagaglio di conoscenze ed informazioni, e ciò spiega perchè i più grandi media italiani hanno sempre fallito nei loro progetti editoriali rivolti a questa regione. Praticamente, la strategia del 'tuttologo' non funziona in queste terre, che hanno la grande virtù di far cadere in errore il più grande esperto o analista e di smascherare ogni bluff. Tra l'altro, ci chiediamo come il giornalista italiano abbia fatto le sue indagini e le sue ricerche non vivendo nei Balcani, e per di più stando 'sotto scorta', semprechè le sue cosiddette 'antenne' non siano delle ONG che promuovono progetti 'umanitari' nella regione, a scrocco dei soldi degli italiani.
Oltre al Montenegro, gli interventi di Saviano sono ormai noti anche in Albania, dove il giornalista italiano è ormai un abitué della trasmissione Top-Channel, di cui è ospite per la seconda volta. Risponde alle domande dei suoi interlocutori parlando del 'coraggio di certi procuratori', della 'dilagante corruzione in Albania', e persino dei legami con le mafie italiane. In particolare cita la collaborazione tra la Camorra e il Sigurimi nel contrabbando di armi. Per gli addetti ai lavori è cosa nota che i traffici del Sigurimi è venuto alla luce con l'apertura dei dossier del regime comunista, analizzati in tale occasione dal settimanale albanese Investigim e ripreso dall'Osservatorio Italiano. E' curioso che, proprio con la pubblicazione di quell'articolo (Il traffico di armi tra il Sigurimi e la Camorra , lanciato il 26.01.2009 e ripubblicato il 13.08.2009) la nostra redazione ha ricevuto una e-mail da Roberto Saviano, che chiedeva di contattare la giornalista per avere un confronto sulle tematiche della mafia nei Balcani. Da parte nostra fornimmo tutte le informazioni e la disponibilità a cooperare, ma dopo aver dato il materiale, non vi è stata altra comunicazione:
----- Message from xxxxxx ----- Date: Tue, 27 Jan 2009 12:58:33 +0100 From: Roberto Saviano
cari sono roberto saviano, autore di gomorra. ho letto il bell'articolo su camorra e albania. mi piacerebbe incontrare il giornalista che ha redatto tale pezzo. anche io lavcoro su questa vicenda da anni. e cerco esperti sulla questione criminale balcanica con cui confrontarmi. un abbraccio e continuate così. rs
----- End message -----
----- Message from
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----- Date: Tue, 27 Jan 2009 14:55:52 +0100 From:
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Subject: RE: To: Roberto Saviano
Gent.le Roberto Saviano, l'articolo di cui parla è stato redatto da una giornalista albanese che lavora presso l'ufficio di Rinascita Balcanica a Banja Luka, nella Republika Srpska (BH). Le informazioni sono tratte dagli archivi dei servizi segreti albanesi, che in questo periodo sono stati rispolverati, per portare alla luce man mano delle verità. L'articolo fa parte di una serie di ricerche che stiamo conducendo sull'organizzazione della mafia balcanica, che ha formato una rete che si estende in tutta la regione e coopera con altre strutture.
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----- Message from xxxxxxxx ----- Date: Tue, 28 Jan 2009 10:88:33 +0100 From: Roberto Saviano
Grazie. Potrei avere la email della giornalista albanese? mi segnalate gli altri lavori sulle mafie balcaniche che avete fatto? vi ringrazio
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Come si può notare, il caro Saviano monitorava già da tempo le informazioni pubblicate in internet dal nostro portale e dal Blog, senza però che la fonte delle notizie 'balcaniche' sia stata mai rivelata. D'altro canto, prima di tale fortuito incontro, la nostra organizzazione aveva già avuto modo di esprimere le sue riserve nei confronti di Saviano e della sua campagna giornalistica ben mirata a colpire determinate strutture di potere ( La Camorra e il sistema , Uno spettacolo fratricida ), essendo consapevoli che certe verità, quando raggiungono una così vasta scala mediatica non sono mai "scomode", bensì utilissime alla destabilizzazione dei Governi, di determinati equilibri e per alimentare la campagna mediatica di discredito. Rilanciare oggi la teoria della mafia transnazionale - che noi come primo media abbiamo lanciato spiegando il concetto di Santa Alleanza Balcanica - non è altro che un modo per restare sulla cresta dell'onda, al servizio di determinate lobbies di potere. Già osservando quali siano le controparti di questo giornalista, giornali i cui proventi sono di dubbia origine o derivanti da reti finanziate da grandi filantropi ( si veda il caso della Open Society Institute ) fa capire uno dei tanti aspetti della 'mafia della editoria'.
Ci chiediamo come mai Saviano parla di Saric in Montenegro, in un momento in cui sono sempre più duri gli attacchi rivolti all'ex premier Milo Djukanovic e ai rapporti istituzionali con l'Italia, a seguito della campagna di trasparenza intrapresa dalla MANS e dai suoi finanziatori. La sua sfera di interesse sembra si stia spostando in un'area che è tra l'altro nevralgica per l'interconnessione tra l'Italia e i Balcani, ma anche per altre strutture come la rete di George Soros. Se davvero Saviano volesse capire gli arcani misteri balcanici, potrebbe cominciare dalle connessioni tra Vaticano-IOR e regime Ustasha, oppure dalle operazioni di riciclaggio delle banche svizzere o (perchè no) dal caso Telekom Srbija. Tuttavia, fin quando continuerà a ripetere ciò che altri giornalisti hanno scritto con coraggio, senza pubblicare documenti o prove certe, resterà un semplice servo dei poteri, un eroe sintetico di questa società controllata dal web e dai socialnetwork, che manipola le masse in nome di una falsa battaglia contro la mafia. Allora è proprio vero che "ci sono eroi sconosciuti che hanno dato la vita, e sono ricordati nel cuore di poche persone. Poi ci sono eroi che sono ricordati solo per un mese, perchè hanno combattuto guerre sbagliate con nemici sbagliati. Questi sono gli assassini dei nostri veri eroi".
Michele Altamura
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