Paolo Farina
Al voto dalle parti di Gomorra
Il pamphlet del giovane candidato
Palomar, 2010, euro 10,00
Ho avuto modo di leggere il libro di Paolo Farina e di ritrovare in esso, alcune delle mie esperienze personali dal punto di vista elettorale, dal punto di vista ideale e anche dal punto di vista della lotta al savianismo, che come tutti gli ismi deve essere condannato e non innalzato ad esempio da seguire, come, purtroppo, invece, troppi si ostinano con tutte le loro forze a gridare al mondo.
E’ un libro duro, che parla della nostra terra, soffermandosi in particolar modo sul capoluogo di provincia Caserta.
Racconta un’esperienza elettorale, di elezioni amministrative, le più difficili in assoluto nelle quali gareggiare, nelle quali non vale tanto la preparazione personale e politica, ma contano molto di più parentele, clientele e vero e proprio accattonaggio che nulla dovrebbe avere a che spartire con la politica.
Nella sua esperienza, nella sua amarezza, ho ritrovato la mia esperienza e la mia amarezza.
Nel suo racconto ho ritrovato il mio pensiero.
E’ molto crudo l’autore, nel raccontare la nostra terra e soprattutto i suoi abitanti troppo avvinghiati al loro essere camorristi dentro, che vuol dire cercare in ogni modo il sotterfugio, la scappatoia per tagliare sempre primi ad ogni costo il traguardo della vita, senza pensare che tutto ciò provoca quotidianamente un degrado sempre maggiore del nostro vivere.
Paolo Farina racconta benissimo anche un proprio vissuto familiare, una bruttissima esperienza collegata a fatti giudiziari che coinvolsero nei decenni appena passati il padre, che venne travolto dall’ondata di tangentopoli e di mani pulite. Ondata che travolse, troppe volte, anche persone onestissime, ma che hanno dovuto comunque subire anni ed anni di processi, arrivando infine a sentenze di assoluzione che non fanno altro che lasciare ulteriore amaro in bocca, guardando l’infimo livello della politica di oggi e rammentando, invece, quello che fu distrutto dalla ghigliottina mediatico/giudiziaria dell’inizio degli anni ’90 del Novecento.
Scrivo questo da ex militante dell’Italia dei Valori – Lista Di Pietro! Troppo spesso si è sbagliato con giudizi sommari e si è distrutto un ceto politico, che rispetto all’attuale era sicuramente maggiormente preparato ed aperto al dialogo costruttivo per il bene della comunità e non per mero tornaconto personale. La deriva dittatoriale di quel partito politico, in cui per due ani ho militato, è oggi, probabilmente, la riprova, che con quelle operazioni degli anni '90 non si voleva fare vera pulizia nella politica, ma semplicemente mandare a casa un ceto politico per sostituirsi ad esso.
Da moderato spero che un giorno un vera politica di servizio possa realizzarsi per il bene di tutti, se non per il nostro bene, almeno per il bene dei nostri figli.
Nota biografica sull’autore
Paolo Farina è un geologo quarantenne con la passione per la narrativa.
Specializzato in idrogeologia e pianificazione del territorio, s’era cimentato in passato solo con scritti scientifici (Il Piano Domitio, CLEAN Edizioni 2000), oltre a collaborare con diverse riviste («Frammenti») e quotidiani («Il Giornale di Caserta») su politiche ambientali.
Nato a Caserta, ha studiato a Roma e a Città di Castello e ha lavorato in Australia, in Belgio, a Milano, a Torino e a Palermo.
Sposato, con due figlie, dal 2004 vive e lavora tra Caserta e Napoli dove ha infine trovato modi e tempi per concretizzare quel sogno: diventare uno scrittore.
Nel 2009 è uscito il suo romanzo d’esordio, Del nostro sangue (Palomar).
Questo è il suo primo esperimento nel campo della saggistica, ma è meglio dirlo a bassa voce.
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