Un libro da leggere: Guzzanti VS De Benedetti Stampa
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Guzzanti VS De Benedetti

Faccia a faccia fra un grande editore ed un giornalista scomodo

Aliberti Editore, 2010, € 18,00

 

Leggendo il nuovo libro di Paolo Guzzanti su Carlo De Benedetti si scopre quasi fin dalle prime pagine che in realtà si sta leggendo una storia parallela ed a volte addirittura incrociata fra l’autore ed il suo compagno di viaggio.

Questo reticolo storico ricostruisce molto bene alcuni aspetti degli ambienti politici, professionali e privati in cui si sono mossi ed hanno portato avanti la loro esistenza sia Guzzanti sia De Benedetti.

Come riconosciuto dallo stesso autore questo libro è in buona parte autobiografico, ed infatti, ritengo, che chi un giorno voglia dedicarsi a ricostruire la vita di Paolo Guzzanti possa trovare in questo libro degli spunti e delle notizie non riscontrabili altrove.

La lettura è piacevole e dilettevole e penso che  chi voglia avere un quadro storico, per sommi capi, degli ultimi quaranta anni della storia italiana possa trovare in questo libro un ottimo compagno di viaggio.

Interessanti sono anche i richiami al dossier Mitrokhin, ricordiamo a tutti che Paolo Guzzanti, nella sua veste di parlamentare, ha avuto anche l’onore, diventato poi un onere assai gravoso,  di presiedere una commissione di inchiesta su quel dossier, una commissione che certa stampa ha voluto distruggere per ragioni ancora tutte da chiarire. Chissà se un giorno con onesta intellettuale si possa arrivare ad una verità su quei fatti. Noi ci chiediamo ancora che fine abbia fatto Scaramella, arrestato appena ritornato dall’Inghilterra sulla pista dell’aeroporto di Capodichino, buttato in prigione per mesi e poi praticamente scomparso dalla scena pubblica. Mi sa tanto di persona imbavagliata!

Oggi si discute tanto di legge bavaglio e di altre stupidaggini inesistenti del genere, come che le inchieste giornalistiche si possano portare avanti unicamente ricopiando le intercettazioni telefoniche e gli atti giudiziari, come se il giornalista fosse un semplice copista di fonti messe a disposizione dalla magistratura. Sappiamo bene che molti colleghi oramai sono veramente ridotti ad essere questo, ma a loro ricordiamo che fare il giornalista è ben altro. Il bavaglio molti di voi ve lo siete posti da soli, cercando di metterlo con il discredito anche a giornalisti seri come Paolo Guzzanti e tanti altri che quotidianamente in piccole od in grandi situazioni debbono subire il giornalismo servilista e diffamante che oggi impera nel nostro Paese.