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Camorra nell'alto casertano: noi lo diciamo dal 2008, mentre altri pensano solo a fare sfilate ed a battere cassa a Casal di Principe PDF Stampa E-mail

Quando noi di STOP CAMORRA nel 2008 facemmo la nostra prima apparizione alle elezioni comunali di LETINO, i due ORSI (candidati a sindaco) dissero che non c'era bisogno di noi in quanto da quelle parti la camorra non c'era e non ci sarebbe mai stata. Probabilmente trattandosi di due orsi, loro erano in letargo.

Noi denunciammo già allora che la camorra li c'era già e se ne sarebbe andata molto difficilmente, in quanto il matesino era un terreno vergine da camorristizzare.

Oggi i fatti e gli appelli lanciati al ministro Maroni ci danno ragione.

 

Ecco l'appello lanciato al ministro Maroni dal Prof. Mario Fusco

 

"Onorevole Ministro dell’Interno Roberto Maroni, intervenga Lei. Le scrivo dalla provincia di Caserta, da un piccolissimo paesino, Fontegreca appena 800 anime. Più volte amministratore pubblico, alle ultime elezioni amministrative non ho partecipato per passare nell’associazionismo. In questo momento, tra le tante cariche che ricopro al di fuori della politica, c’è quella di coordinatore della regione Molise dell’Associazione “Fareambiente”. Signor Ministro, giustamente Ella nelle sue tante uscite pubbliche, quando si tratta di parlare di azioni di contrastato alla malavita organizzata, parla di “modello Caserta” che Ella ha voluto fortemente come una costante sinergia di tutte le forze dell’’ordine di un determinato territorio per sconfiggere quei fenomeni di corruzione che minano in tanti luoghi della nostra amata Patria, la solidità dello Stato. Gli ultimi episodi di cronaca e precisamente la morte del sindaco di Pollica, nel Cilento, e l’atto intimidatorio subito nei giorni scorsi dal sindaco di Castello del Matese, impongono una seria riflessione.

Signor Ministro,
dopo l’esecuzione ordinata dalla camorre nei confronti del sindaco di Pollica, ho deciso di scriverLe per informarLa che c’è un’emergenza criminalità in tutta l’area del versante matesino.
Signor Ministro,
dalle nostre parti è camorra non aderire alla stazione unica appaltante. Mi consta che lo stesso Ministero dell’Interno ha sollecitato, soprattutto per l’area del casertano, l’adesione di tutti gli Enti a questo organismo centrale per combattere la camorra e tutte quelle ditte con prestanome che operano solo apparentemente nella legalità. La stazione unica appaltante è un organismo che espleta le gare d'appalto per tutti i lavori, i servizi e le forniture di interesse comunale, provinciale e degli altri enti che vi aderiscono attraverso la stipula di una convenzione. Aderendo alla stazione si ha la possibilità da parte degli enti, di affidare le spesso complesse procedure d'appalto ad una struttura specializzata che può più efficacemente garantire funzionalità, efficienza e puntuale rispetto della normativa.
Signor Ministro,
dalle nostre parti è camorra il sistema della gare di appalto che vedono prevalere sempre le stesse ditte “prestanome” quasi che l’espletamento delle stesse gare si trasforma in un rituale formale e dagli esiti scontati.
Signor Ministro,
dalle nostre parti è camorra il sistema dei sub-appalti gestito da un elenco di imprese con un’azione capillare su una vasta area dell’alto casertano, come hanno dimostrato le inchieste della Magistratura.
Signor Ministro,
dalle nostre parti è camorra appaltare un’opera e poi, a distanza di qualche anno, riappaltarla come è avvenuto per diversi interventi nell’impiantistica sportiva e in opere pubbliche di recupero urbano.
Signor Ministro,
dalle nostre parti è camorra il sistema dell’appalto –concorso utilizzato per favorire sempre le stesse imprese-amiche.
Signor Ministro,
dalle nostre parti è camorra il monopolio di ditte in tanti comuni; il territorio è ben delineato quasi fossimo dinanzi a quei clan che si contendono vaste zone per avere il predominio assoluto per traffico di droga e per azioni di estorsione.
Signor Ministro,
dalle nostre parti è camorra indire pubblici concorsi con bandi fatti su misura per gli amici degli amici e, addirittura, con l’inserimento di requisiti che non consentono la partecipazione a giovani laureati.
Signor Ministro,
dalle nostre parti è camorra non approvare i piani regolatori e consentire l’abusivismo edilizio e addirittura dare licenze per ricovero mezzi anche per mansarde che poi, con una semplice richiesta di cambiamento di destinazione d’uso diventano appartamenti abitativi…
Signor Ministro,
dalle nostre parti è camorra non utilizzare le risorse dell’Unione Europea 2007/2013 e non attivare le innumerevoli “misure” per lo sviluppo del territorio e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Signor Ministro,
dalle nostre parti è camorra il cattivo utilizzo delle risorse pubbliche come è avvenuto per i fondi europei 2000/2006 che hanno creato solo cattedrali nel deserto senza una seria programmazione con tanti soldi finiti in mille rivoli senza ricadute importanti per lo sviluppo socio-economico della regione Campania.
Signor Ministro,
dalla nostre parti è camorra …signor Ministro potei continuare l’elenco ma per il momento mi fermo qui, in attesa di una Sua risposta e, soprattutto, di una maggiore azione di controllo da parte degli organi dello Stato, a cominciare dalla Magistratura che dovrebbe in provincia di Caserta andare a verificare quanto da più parti sostenuto circa gli strani “giochetti” che avvengono per coprire coloro che sono in odore di camorra e che oramai condizionano appalti in tantissimi centri del Matese. Signor Ministro, la gente onesta del Matese vorrebbe essere governata da sindaci e amministratori coraggiosi: come sarebbe bello se anche nel Matese potessimo dire: anche noi abbiamo il sindaco di Pollica…."
Con cordialità e stima
Prof. Marco FUSCO
 
Un link scottante su Italo Bocchino & family PDF Stampa E-mail
Scritto da Luigi Cangiano   
Domenica 05 Settembre 2010 10:34

http://www.facebook.com/note.php?note_id=425908128762&id=100000220513125

 

Assolutamente da leggere

 
Fini, la moglie, il cognato e la parentela ristretta... PDF Stampa E-mail

Il fatto monta sempre di più, la moglie, il cognato, i suoceri, insomma, proprio una bella combriccola che attornia in maniera ristrettissima il buon Gianfranco.

Io ho solo 34 anni, ma debbo dire la verità, seguo l'avventura politica di Fini, dal 1985 circa, ossia, da quando avevo meno di 10 anni e per le prime volte mi interessavo alla faccende della politica. Mi attirava quella fiamma tricolore che lottava contro il sistema partitocratico, che l'aveva messa quasi sempre alla porta della sala dei bottoni con la conventio ad excludendum.

Vedere oggi dopo 25 anni dove è andata a finire quella fiamma è triste, triste veramente molto, caduta ogni forma di ideale, qui si discute unicamente di affari, affarucci e similari da melassa e ruberie familistiche e correntizie. Qui è bene sottolinearlo non si ruba per il partito ma si ruba esclusivamente per fini personali e sopratutto qui si ruba anche al partito.

 

E' una vergogna!

E' una vergogna ancora più grande è che Gianfranco Fini non senta neppure lontanamente il dovere istituzionale di lasciare immediatamente l'altissima poltrona che occupa, oramai, abusivamente ed in dispregio degli italiani onesti.

Tra i finiani, poi, ritroviamo altra bella gente invischiata direttamente o sempre per tramite di mogli e suoceri in altre consorterie affaristiche vergognose: speculatori del terremoto dell'Irpinia del 1980, speculatori del fallimento delle società del Comandante Achille Lauro, affaristi/e Rai ed altra bella gente di questa risma.

 

Vergogna Fini! Vergogna finiani tutti!

 
Rimborsi viaggio extralarge a Napolitano quando era europarlamentare PDF Stampa E-mail
Scritto da Luigi Cangiano   
Domenica 15 Agosto 2010 10:05

Pezzo della TV tedesca mai fatto vedere in Italia da nessuno.

Marco Travaglio dove eri?

 

 

 
Come fu arrestato il suocero dell'On.le Italo Bocchino PDF Stampa E-mail

Catturato a Praga l' imprenditore Buontempo, latitante da un anno

sorpreso in un ristorante e' stato arrestato Buontempo Eugenio 61 anni, napoletano ricercato per le tangenti riguardanti le grandi opere finanziarie mai concluse

 

Catturato a Praga l' imprenditore Buontempo, latitante da un anno

NAPOLI . "Non ci torno in Italia", diceva. E invece sta per tornare. Sotto la scorta dei carabinieri e con destinazione il carcere. Insisteva: "Non ci torno per farmi giudicare. I giudici stanno distruggendo l' Italia. Macerie, ecco che cosa restera' ". Cosi' parlo' Eugenio Buontempo, imprenditore cresciuto all' ombra del Garofano, quando nel Psi contavano i suoi amici Claudio Signorile e Giulio Di Donato. Fine marzo ' 93: il Corriere lo scovo' a Parigi. Aveva gia' un paio di settimane di latitanza alle spalle e la certezza che quegli ordini di cattura con il suo nome, risultato delle prime inchieste sulla tangentopoli napoletana, nessuno sarebbe mai riuscito a farglieli leggere. Ha avuto ragione per poco piu' di dieci mesi ancora, sino all' altra notte, quando i carabinieri e gli uomini della polizia ceca hanno rovinato i suoi propositi. E finita davanti ad un ristorante di Praga, e alla presenza di una bella donna che lo accompagnava, la fuga di quest' uomo di 61 anni, alto e robusto, con le spalle un po' curve e la faccia perennemente schizzata da una barba grigia. Lo inseguivano quattro ordini di custodia cautelare in cui e' racchiusa buona parte degli imbrogli che negli ultimi anni sono cresciuti intorno alle grandi opere finanziate, e a volte nemmeno concluse, a Napoli. Eugenio Buontempo era ricercato per le tangenti sugli appalti della Ltr, il tram veloce che pero' e' rimasto soltanto una sigla; e poi le mazzette pagate per assicurarsi i lavori di Italia ' 90, quando Napoli doveva rifarsi il look per ospitare le partite dei mondiali di calcio; e quelle per la privatizzazione del servizio di nettezza urbana. E ancora tangenti nell' ultimo ordine d' arresto, arrivato quando lui era gia' lontano: stavolta c' entrano le tasse. Qualche funzionario delle imposte dirette "omaggiato" per ottenere verifiche fiscali compiacenti. Non e' poco. E non dovrebbe essere poco nemmeno quello che i giudici ritengono che Buontempo possa sapere di come funzionava tangentopoli dalle sue parti. Del resto il titolo di ultimo latitante eccellente mica se l' e' conquistato senza averne i meriti. Basta leggere i nomi dei politici inquisiti con lui nell' inchiesta sui lavori mondiali: si va da Pomicino a De Lorenzo, da Scotti all' immancabile Di Donato, che in prima persona, e in cambio di finanziamenti al Psi, si sarebbe adoperato per fare inserire l' impresa di Buontempo in un consorzio destinato ad aggiudicarsi una quota degli appalti. Analogo scenario, e identici protagonisti, nella faccenda della Ltr: secondo i giudici Di Donato faceva pressioni con l' Ansaldo Trasporti e con un altro consorzio affinche' venisse fatto spazio anche a Buontempo, l' amico Eugenio, poi, ricambiava con sostanziosi contributi. Del resto l' intesa era vecchia. E un po' per smania e un po' per far piacere ai suoi amici politici, nove anni fa Buontempo mise anche in piedi un quotidiano, poi ceduto a imprenditori salernitani legati all' ex ministro socialista Carmelo Conte. Edilizia, editoria, ma non solo. Buontempo sperava di diventare il nuovo Achille Lauro, quando rilevo' la flotta che fu del "comandante". Nel bando d' asta, pero' , c' erano irregolarita' , e alla fine lui si becco' una condanna a quattro anni. Poi arrivano le tangenti, i primi ordini di arresto e la latitanza. Undici mesi durante i quali Buontempo non smette di essere un uomo d' affari. Anzi, a Praga aveva trasferito il proprio centro operativo, e sono arrivati a lui anche seguendo le operazioni finanziarie che aveva portato avanti nella capitale ceca. Ma non soltanto cosi' . Buontempo aveva scelto come rifugio una citta' da tempo prediletta anche da esponenti delle piu' grosse organizzazioni criminali italiane, e la sua strada ha finito per incrociarsi con quella percorsa dai servizi segreti per identificare le basi estere dei clan.

Bufi Fulvio

Pagina 3
(10 febbraio 1994) - Corriere della Sera

 

fonte archivio Corriere della Sera

http://archiviostorico.corriere.it/1994/febbraio/10/catturato_Praga_imprenditore_Buontempo_latitante_co_0_9402105364.shtml

Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Dicembre 2023 18:45
 
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